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Coopfond, dal 2008 salvati 1.790 posti di lavoro con 71 workers buyout

Il primo è stato Art Lining, nel 2008. L’ultimo Geotrans, nato in Sicilia da un’azienda confiscata alle mafie. In tutto sono 71 i workers buyout presenti nel portafoglio di Coopfond. Imprese fallite o in fortissima crisi come società di capitali e rinate in forma cooperativa, grazie al coraggio e alla determinazione di ex dipendenti disposti a divenire soci, al sostegno di Legacoop e ai finanziamenti o alla partecipazione, appunto, del Fondo mutualistico.

Di imprese rigenerate si parlerà martedì 23 maggio, nel workshop “Workers buyout – Il lavoro si fa impresa” organizzato presso la sede di Legacoop nazionale e Coopfond (via Guattani 9) da Legacoop Lazio e a cui parteciperà per il Fondo mutualistico Beatrice Puccetti, analista dell’Area Progetti che da diversi anni segue questa importante quota del portafoglio Coopfond.Un’occasione per fare il punto su questo strumento, facendo luce sulle criticità ma anche evidenziando le buone pratiche esistenti e i finanziamenti disponibili.

Per sostenere 71 workers buyout Coopfond ha investito finora 24,8 milioni di euro: 15,1 milioni in acquisizione temporanea di quote del capitale e 9,7 milioni in finanziamenti. Un impegno che ha già dato frutti importanti: il Fondo si è messo così al fianco di 1.515 nuovi cooperatori, aiutati anche dalle articolazioni locali dell’associazione, e insieme sono stati salvati 1.790 posti di lavoro e il relativo know how accumulato negli anni.

L’esperienza di Coopfond in questo ambito è cresciuta nel corso degli anni e si è estesa ai settori più diversi e a tutte le aree del Paese, dalle Alpi alle isole (ben 13 le regioni complessivamente coinvolte). Solitamente queste esperienze nascono dal dissesto di un’impresa precedente, ma tra i 71 workers buyout sostenuti da Coopfond ci sono anche 3 aziende confiscate alle mafie e 2 esempi di passaggio generazionale gestito cedendo l’impresa – in mancanza di eredi con capacità imprenditoriali – ai lavoratori. Esperienze nuove, che stanno dimostrando sul campo la propria capacità di far fronte in modo innovativo ad alcuni dei problemi storici della nostra imprenditoria.

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