Trasformare un’idea innovativa in un progetto di successo? E farlo coniugando etica e imprenditorialità? Si può fare. Lo testimoniano le storie delle cooperative nate da Coopstartup, capaci di dimostrare anche come il modello cooperativo rappresenti un’alternativa sostenibile e inclusiva per fare impresa. Lo racconta in questa intervista Michele Bianchi, ricercatore dell’Università di Parma, autore dello studio “Educare alla cooperazione: il caso Coopstartup” pubblicato dalla rivista Impresa Sociale.
Quale è il risultato emerso dai questionari che ha somministrato ai partecipanti a Coopstartup che più l’ha colpita?
Il risultato più significativo emerso dai questionari è stato il livello iniziale di scarsa conoscenza dei valori e del modello cooperativo da parte dei partecipanti. Nonostante molti avessero esperienze imprenditoriali pregresse o conoscenze tecniche, solo una minima parte possedeva un’ampia conoscenza del modello cooperativo. Tuttavia, il programma Coopstartup ha dimostrato di avere un impatto formativo notevole, riuscendo a trasmettere questi valori e a trasformare idee imprenditoriali in progetti cooperativi strutturati e innovativi. Questo evidenzia il valore educativo del programma come strumento di diffusione della cultura cooperativa.
Quali sono a suo avviso le caratteristiche della cooperazione che, se conosciute, più potrebbero ‘parlare’ ai giovani di oggi e corrispondere meglio alle attese di chi si prepara a fare impresa?
Le caratteristiche più attraenti per i giovani sono la democraticità, l’orizzontalità e la mutualità che il modello cooperativo offre. Questi elementi rispondono al bisogno di partecipazione attiva, di uguaglianza nei processi decisionali e di condivisione dei benefici. Inoltre, l’attenzione alla sostenibilità sociale e ambientale e la possibilità di percorrere una strada etica all’interno di un mercato contraddistinto dal capitalismo, come emerso dai casi studio, rappresentano un richiamo forte per i giovani che vogliono fare impresa con valori.
Quali sono, viceversa, gli ostacoli da superare affinché questa opportunità possa essere colta?
Tra gli ostacoli principali emergono la scarsa conoscenza del modello cooperativo e la percezione che esso sia limitato a settori tradizionali o esclusivamente sociali. Inoltre, vi è una carenza di competenze specifiche nella gestione di un’impresa cooperativa, come le dinamiche di governance democratica e il reperimento di capitali. Questi ostacoli possono essere superati attraverso una maggiore promozione dei vantaggi del modello cooperativo e un supporto mirato nelle fasi iniziali. Vi è inoltre un importante lavoro di divulgazione delle possibilità legate alla partecipazione a questo programma che deve essere fatto internamente a Legacoop, convincendo più sedi regionali a partecipare e promuovendo questo programma nelle università e presso le camere di commercio per la crescita imprenditoriale.
Dalla lettura della ricerca sembra emergere un vantaggio incrociato: grazie a questo percorso i giovani scoprono la cooperazione come un’opportunità e la cooperazione scopre nuovi settori e nuove possibilità. È così?
Assolutamente sì. Il programma Coopstartup non solo ha introdotto i giovani partecipanti ai valori cooperativi, ma ha anche permesso alla cooperazione di espandersi in settori non tradizionali, come l’innovazione tecnologica, i servizi ambientali e il design. Questa sinergia rappresenta un punto di forza: i giovani portano nuove idee e approcci imprenditoriali, mentre il modello cooperativo fornisce una struttura etica e solidale per svilupparle. Dalle cooperative che hanno partecipato alle scorse edizioni e che si stanno sperimentando in settore non tradizionali per la cooperazione serve imparare per capire come entrare maggiormente in questi ambiti
Quali sono gli aspetti su cui il progetto Coopstartup dovrebbe ancora crescere per essere maggiormente efficace?
Il programma potrebbe rafforzarsi in due aree chiave; da un lato un maggiore supporto nella formazione su aspetti tecnici come marketing, posizionamento sul mercato e analisi del contesto competitivo, che alcuni partecipanti hanno ritenuto parzialmente insufficienti. Dall’altro, un ampliamento delle attività di assistenza post-programma, con interventi più strutturati per sostenere le cooperative nei momenti critici, specialmente nei primi anni di attività.
Cosa ci insegnano le storie di queste imprese, cosa hanno da dire a chi oggi sta pensando di far impresa, di investire per trasformare le proprie idee in progetti concreti?
Le storie delle cooperative nate grazie a Coopstartup dimostrano che è possibile trasformare un’idea innovativa in un progetto di successo, coniugando etica e imprenditorialità. Insegnano l’importanza di lavorare in squadra, valorizzando le competenze di ciascun socio e condividendo responsabilità e benefici. Inoltre, evidenziano come il modello cooperativo rappresenti un’alternativa sostenibile e inclusiva per fare impresa, capace di adattarsi a settori diversi e di rispondere alle sfide del mercato con soluzioni creative e collettive.