Da mercoledì 28 settembre a sabato 1 ottobre si è svolto nell’oristanese il Festival delle Peschiere, appuntamento nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile di ASVIS. Quattro giorni di dibattiti con tavole rotonde e relatori di valenza nazionale tra cui Carlo Bonomi (presidente nazionale Confindustria), Pierluigi Stefanini (presidente ASVIS) e Luigi Sbarra (segretario Generale CISL). Quattro giorni dedicati al tema della sostenibilità declinata in svariati ambiti, come quello della pesca, dell’educazione ambientale, del lavoro e della finanza.
La tavola rotonda “Finanza, una soluzione sostenibile”, venerdì 30 settembre, è stata conclusa dall’intervento del direttore generale di Coopfond Simone Gamberini. “La sostenibilità è un valore assoluto – aveva spiegato aprendo i lavori Riccardo Barbieri, vicepresidente di BPER Banca – per ogni impresa di qualsiasi settore. Oggi il pressing di regole e l’obiettivo PNRR sono due grandissime opportunità per trasformare un recepimento passivo in strategie per valorizzare il rapporto con l’esterno e cambiare il modello di sviluppo”.
Al dibattito hanno partecipato i professori Sabrina Gigli dell’Università di Bologna e Maria Chiara Di Guardo dell’ateneo cagliaritano, Alessandro Messina di Avanzi Spa, Valentina Zadra presidente di A Impact Sicaf (fondo d’investimento ad impatto sociale) e Giuseppe Cuccurese, direttore generale del Banco di Sardegna, oltre a Simone Gamberini, direttore generale di Coopfond, che ha svolto infine le conclusioni.
“In Europa – ha spiegato – stiamo andando a grande velocità verso un mercato che verrà sempre più valutato sulla base di rendicontazione di dati non finanziari che hanno a che vedere con gli effetti delle attività economiche delle aziende sull’ambiente e sulle persone. Ma questa raccolta dati è ancora un miraggio per una PMI. Quali priorità vengono date a quale dato è poi l’altra componente che genera divergenza. Fino a che non si riuscirà a ridurre questa divergenza e a rendere la raccolta dati omogenea e accessibile come costi alle PMI, non avremo fatto i conti tra approccio ESG e realtà”.
“L’approccio ESG – ha proseguito Gamberini – deve essere internalizzato dall’azienda, ossia non è più possibile adottarlo semplicemente assumendo un sustainability officer. Oggi si tratta di applicare alle aziende una metodologia di gestione degli impatti a livello trasversale, che investa tutte le funzioni aziendali, e che sia quindi adottata come ‘cultura aziendale’. Questi processi sono lunghi, impegnativi a livello organizzativo e hanno a che fare con una cultura della trasparenza che non è oggi presente nelle aziende. Dobbiamo avviare il processo, senza volerlo chiudere in poco tempo perché non è possibile”.
“Il green washing è la minaccia corrente a questi processi. Non è una questione di premiare o bocciare, ma di assumere un rigore scientifico prima di emettere sul mercato informazioni inadeguate. I metodi ci sono, è una questione di cultura diffusa e di atteggiamento del mercato, ovvero – anche qui – processi e non norme, e quindi tempi lunghi e non emergenziali. Per questo motivo chi fa finanza oggi, dovrebbe assumere un rigore ma evitare di emettere sentenze: i giudizi sono difficili da dare alle aziende. Per quanto riguarda la sostenibilità è meglio dare un giudizio ai processi aziendali in essere – quello che stiamo facendo in Coopfond – perché siamo lontani dal poter valutare l’impatto reale delle aziende sull’ambiente, sulle persone e sul come gestiscono i processi decisionali interni”.
Sempre venerdì 30 a concludere la tavola rotonda “Lavoro, una soluzione sostenibile” è stato chiamato il presidente di Legacoop Mauro Lusetti, al termine di un confronto moderato dalla presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini a cui hanno partecipato tra gli altri l’ex Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il segretario generale della CISL Luigi Sbarra e il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi.