“L’impresa mutualistica non interviene solo dove lo Stato non arriva o il mercato fallisce o fa danni. Siamo un agente di cambiamento, un soggetto con cui costruire un modello futuro, non solo porre rimedio dove la crisi ha lasciato un vuoto”. Anna Fasano, presidente di Banca Etica, intervenendo all’iniziativa per i 30 anni di Coopfond ha voluto rispondere anche ad alcune provocazioni arrivate dai partecipanti alla tavola rotonda.
“Siamo uno dei Paesi – ha proseguito – con il maggior risparmio privato: questo deve essere veicolato maggiormente all’economia reale, dobbiamo individuare le giuste modalità grazie a cui questi investimenti non vadano solo in società quotate o estere. Dobbiamo tornare a far vivere una funzione sociale del risparmio”.
Serve, da parte della stessa cooperazione, più coraggio: “Non stiamo raccogliendo la sfida insita nella possibilità di fare alleanza con il terzo settore, ma così ci condanniamo ad una frammentazione che ci indebolisce come soggetto con cui dialogare. La crisi genera una possibilità di cambiamento, il coraggio di uscire dal modello della finanziarizzazione: dobbiamo cogliere questa opportunità. Nulla ha un futuro se non ripensiamo la governance: quote di protagonismo vanno condivise con il futuro delle nuove generazioni e di tutti i generi. Ci vuole un po’ di coraggio”.
Uno degli obiettivi del Piano strategico del Fondo è creare partnership con nuovi soggetti. Alla mattinata dedicata al trentennale è intervenuta anche Francesca Sofia, direttrice generale della Fondazione CDP: “Siamo nati nel 2020 per lavorare sullo sviluppo sostenibile del Paese e il capitale umano. Vedo grandi affinità tra quello che facciamo noi e quel che fa il sistema cooperativo. Trasparenza, concretezza, impatto sono parole d’ordine anche per noi. Vogliamo essere persone che si mettono insieme per trovare soluzioni alternative. Porte aperte quindi per il dialogo: siamo alla ricerca di partner in grado di realizzare anche i nostri obiettivi, c’è tutto lo spazio per lavorare insieme”.