Allora si chiamava La Previdente e si proponeva di “acquistare terreni e costruire case d’abitazione per i lavoratori e in genere tutto quello che è rivolto al benessere e al miglioramento della classe lavoratrice”. Oggi il nome è cambiato, l’obiettivo no, e Uniabita è diventata la più grande cooperativa di abitanti del Paese. E martedì 30 maggio ha celebrato il 120° anno della fondazione scoprendo una targa a Cinisello Balsamo, là dove fu posata la prima pietra per la costruzione della prima casa a proprietà indivisa.
“Un traguardo che è stato giusto ricordare – ha spiegato il presidente Pierpaolo Forello – e celebrare nel modo migliore e con tutti gli onori del caso. 120 anni fa i primi cooperatori iniziarono a lavorare per soddisfare il bisogno abitativo nella formula paritaria e sostenibile della proprietà indivisa che ancora oggi esiste e rappresenta il maggiore impegno della nostra cooperativa, ancora oggi in questo territorio segnato da nuovi bisogni e problemi. Dopo tutti questi anni ci siamo, siamo pronti e rilanciamo il nostro impegno”.
Sempre martedì Uniabita – con cui Coopfond sta studiando la realizzazione di una Comunità energetica in forma cooperativa – ha celebrato l’assemblea generale a conclusione delle assemblee separate di bilancio che hanno impegnato i soci dal 10 al 17 maggio. Un bilancio chiuso in attivo al netto delle imposte, frutto di un attento lavoro di risanamento e di rilancio della cooperativa, avviato già nel 2015 e portato avanti costantemente in questi anni.
“Grazie al lavoro di tanti soci, del consiglio di amministrazione oltre che dei dirigenti – ha concluso il presidente Forello – oggi UniAbita ha i conti in ordine e le carte in regola per affrontare il futuro. Intendiamo onorare la nostra missione di cooperatori e di continuare a dare casa a chi ne ha bisogno in un quadro generale ricco di sfide e di nuovi bisogni abitativi e sociali”.