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Da Reggio Emilia la carica delle startup cooperative

Reggio Emilia, 6 dicembre 2018 – Due giorni. Due giorni di incontri e confronto per “costruire il futuro” – come recitava il titolo dell’appuntamento – per la propria cooperativa, ma anche per l’intero progetto. Due giorni importanti per le 34 imprese nate in questi cinque anni da Coopstartup, ma anche per la tante cooperative ‘mature’ che sono arrivate in Emilia per ascoltare e suggerire, offrire supporto e cercare spunti. Ovvero: per cooperare tra cooperative, come sempre dovrebbe accadere.

 

Il 4 e il 5 dicembre è andato in scena a Reggio Emilia il Meeting annuale del progetto Coopstartup che in cinque anni di vita ha aperto 13 bandi, dal Friuli alla Calabria, coinvolgendo 3.949 giovani, accogliendo 906 progetti e incubandone 188, premiando le 64 idee migliori da cui sono già nate – appunto – 34 cooperative mentre altre 23 sono in fase di costituzione. Un progetto che sta provando a rivoluzionare, almeno in parte, il concetto di startup e a spalancare alla cooperazione nuove opportunità di innovazione. Per le cooperative nuove così come per quelle storiche.

 

“Sono stati due giorni – racconta il direttore generale di Coopfond Aldo Soldi – caratterizzati da un grande entusiasmo. Ciò che rimane e colpisce è lo spirito ‘cooperativo’ di questi ragazzi, cresciuto insieme al progetto: la voglia, cioè, di riuscire e di superare le difficoltà per un obiettivo che sentono loro e che vogliono realizzare all’interno del mondo della cooperazione, interpretandone i valori, e la consapevolezza di far parte di una grande rete, fatta non solo di ideali comuni ma anche di progetti e di relazioni umane”.

 

A Reggio Emilia sono arrivati, per confrontarsi con i giovani creatori di startup, cooperatori di lungo corso e manager di imprese importanti, ben 25, partecipando all’iniziativa “Tutor per un giorno”: incontri one to one da cui sono nati spunti, contatti, occasioni importanti per gli uni come per gli altri e durante i quali sono stati assunti impegni – soprattutto da parte delle cooperative senior – raccontati in plenaria la mattina del secondo giorno e a cui nei prossimi mesi si tratterà di dare seguito.

 

Tante le idee emerse durante il Meeting di Coopstartup, tra cui quella di creare un elenco ‘intelligente’ delle cooperative per tipo di attività offerta, con un referente da poter contattare, e quella di avere un albo di consulenti qualificati, esperti di cooperazione, ma anche proposte di collaborazione tra le startup, con nuove cooperative che hanno offerto il proprio supporto alle attività delle altre, per crescere insieme. Durante la due giorni si è parlato anche, e in modo approfondito, del futuro stesso di Coopstartup, che proprio in questi giorni ha visto l’avvio di una nuova sperimentazione, in Toscana.

 

“Promuovere nuova cooperazione – ha spiegato il presidente di Legacoop Mauro Lusetti durante il Meeting – è uno dei compiti costitutivi della nostra associazione e Coopstartup è un pezzo di questa costruzione di futuro”. Ovvero “un nuovo modo – come ha sottolineato il direttore generale di Coopfond Aldo Soldi – di fare promozione cooperativa nel nostro Paese”. E quali siano i tratti distintivi di questa modalità lo hanno approfondito due ricerche, presentate da ricercatori della John Cabot University e della Business School dell’Università di Londra, la prima, e dell’Università romana di Tor Vergata, la seconda.

 

Dopo aver tratteggiato i tratti della trasformazione digitale nella quale siamo immersi, dalla velocità del cambiamento alla pervasività delle connessioni, Riccardo Maiolini e Alessandro Giudici hanno evidenziato come l’intermediazione non scompaia ma si trasformi. Punto di forza di Coopstartup è così l’ecosistema di partner che è stato costruito e che agevola lo sviluppo di nuove opportunità e all’avvio di nuovi progetti, indipendentemente da Coopstartup; l’acquisizione di consapevolezza interna al territorio sulla necessità di integrare nuove competenze e la gestione di “frizioni” tra startup cooperative e cooperative già esistenti.

 

Maria Felicia Gemelli di Tor Vergata ha tracciato innanzitutto l’identikit dei partecipanti al progetto: l’81% è under 40, il 77% ha un livello di istruzione superiore alla laurea, il 45% è donna. Ha poi sviluppato la propria analisi applicando ai risultati di questionari somministrati ai neo-cooperatori il modello di Hofstede, che misura cinque indicatori. In linea con quel che avviene – secondo la letteratura – nei sistemi capaci di generare imprenditorialità, gli startupper cooperativi manifestano una bassa distanza dal potere, una propensione alla mascolinità, ma a differenza di quel che accade di solito hanno una propensione al collettivismo (e non all’individualismo) e una sensibile (e non ridotta) avversione al rischio che fa il paio con un orientamento al lungo termine. Tratti che evidenziano ancora una volta come con Coopstartup si stia realmente sperimentando un approccio nuovo, e cooperativo, al tema delle nuove imprese innovative.

 

Per guardare tutte le foto, le interviste e leggere le slide dei relatori clicca qui

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