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Al via la formazione per i 23 progetti di CoopstartupHER per imprese femminili

Al via la formazione per le neonate cooperative e per quelle ancora in fase di costituzione selezionate dal bando CoopstartupHER. Ventitre realtà provenienti da 11 diverse regioni, dalla Calabria all’Alto Adige, uno spaccato della volontà femminile di autoimprenditorialità. Giovedì 10 novembre si sono ritrovate online, innanzitutto per conoscersi e per presentare i progetti che si propongono di realizzare.

Il bando, promosso da Coopfond con la Commissione Pari opportunità di Legacoop, nasce come reazione a una situazione che la pandemia aveva reso ancor più pesante. “I dati Istat del dicembre 2020 – ha ricordato Annalisa Casino, presidente della Commissione – fotografavano bene il disastro che l’emergenza aveva portato con sé: il 99% di coloro che avevano perso il lavoro erano donne, allargando ancora di più una forbice già troppo aperta”.

Ma in questo primo incontro non si sono respirati né pessimismo né desiderio di rivalsa, quanto grande entusiasmo ed energie positive. I progetti erano quasi tutti ispirati alla sostenibilità, ambientale e sociale, per un’economia diversa, inclusiva e capace di futuro. E una grande disponibilità al networking, con esperienze che presentandosi hanno tratto nuova linfa e nuove opportunità le une dalle altre.

Cinque i progetti provenienti dall’Emilia-Romagna, 4 a testa dalla Lombardia e dalla Sicilia, 3 dalla Toscana ed uno a testa da Calabria, Lazio, Veneto, Puglia, Sardegna, Alto Adige e Umbria. L’incontro è stato aperto da Barbara Moreschi di Coopfond e da Annalisa Casino della Commissione Pari opportunità, che hanno preceduto gli interventi di Dora Iacobelli, Laura Moschini (Gender University Observatory) e Barbara Setti di Banca Etica.

La possibilità di sostegno reciproco si è manifestata già tra le prime tre esperienze che si sono presentate. La cooperativa Crocus si occupa di turismo slow, una competenza utile alla neonata Stessa Terra che all’esportazione di prodotti agricoli biologici vuole unire tour nelle imprese, per i quali potrebbe appoggiarsi a Crocus, mentre la coop Nature and Mediterranean Food che vuole esportare prodotti realizzati con grani antichi siciliani potrebbe avvalersi di Stessa Terra.

Tra le diverse esperienze presentate spunta anche una cooperativa tra professionisti: MC2 Legali, piccola realtà che a Parma associa tre avvocati donna, ma anche tante realtà associative che stanno valutando la trasformazione in cooperativa. È il caso ad esempio dell’APS Mobius Circle che in Puglia vuole trasformare in impresa un’attività di raccolta della plastica e trasformazione con estrusori e iniettori in nuovi oggetti.

Con Tara 4 donne lavoravano da anni insieme nel settore della facilitazione, decidendo tutto insieme, unendo i ricavi e dividendoli per pagarsi lo stipendio: insomma, era una cooperativa ancora prima di diventarlo, per cui il salto non sarà complesso. La coop sociale Evoluzione è nata due mesi fa dalla collaborazione informale tra tre amiche nel campo del sostegno formativo per l’età evolutiva: “Fare un’impresa non è un gioco da ragazze – ammette Valentina Vecchio – lo sappiamo, e per questo siamo felici di essere qui con voi”.

“Siamo acqua che bolle – ha spiegato Emanuela Fazioli con una metafora – possiamo diventare the, polenta o evaporare”. Se ce la fanno invece, con il progetto More selvatiche, daranno vita ad una realtà che si occupa di riuso, compresa una stoviglieria gestita da persone con disabilità. Vogliono fare qualcosa per contribuire al benessere olistico delle donne, soprattutto quando diventano madri, Agnese di Pietrantonio e due amiche, una austriaca ed una neozelandese. Una neonata coop davvero multiculturale che cerca casa a Palermo. In Emilia invece il gruppo di Silvia Iacomini vuole dar vita alla prima agenzia di doppiaggio con voci neurodivergenti, per ragazzi con diagnosi di autismo ed altri disturbi del neurosviluppo.

Il progetto Benefit a Messina – dove l’occupazione femminile langua al 24% – vuole trasformare un’associazione di 24 donne in una cooperativa per lavorare sul riuso degli abiti e il sostegno a chi non ha le risorse per acquistarli. Un negozio-non-negozio come stanno pensando di aprire a Merano (“Se va tutto bene a inizio 2023 tiriamo su la saracinesca”). Dal nord al sud la stessa volontà di mettersi in gioco, la stessa attenzione alla sostenibilità, lo stesso desiderio di fare rete.

Il percorso di CoopstartupHER prosegue ora con altri 8 incontri, sempre online, fino al 20 dicembre. Un mese intenso a cui seguiranno, in gennaio, incontro one-to-one con esperti del settore per l’affinamento del progetto. Seguirà l’accompagnamento al Business Plan insieme alle strutture locali di Legacoop entro il 15 febbraio 2023.

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